SECONDO LOTTO DEI LAVORI RELATIVI ALLA REALIZZAZIONE DELLA GALLERIA
DEL TORRENTE BISAGNO DI GENOVA
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I nostri progressi

SCAVO E RIVESTIMENTO DI SERVIZIO
5%
SCAVO CAVERNA DI MONTAGGIO E LANCIO FRESA A PIENA SEZIONE
0%
SCAVO E RIVESTIMENTO GALLERIA IDRAULICA VERSO VALLE
0%
SCAVO E RIVESTIMENTO GALLERIA IDRAULICA LATO MONTE
0%
REALIZZAZIONE OPERE DI REGIMAZIONE IDRAULICA TORRENTE BISAGNO
12%
REALIZZAZIONE OPERE DI SBOCCO A MARE
7%
RIPASCIMENTO DELLE SPIAGGE INDICATE
0%
BACKGROUD3

SCOLMATORE BISAGNO

FASI DI CANTIERE

 

  • Predisposizione e gestione del cantiere ex-canile;
  • Interventi sul torrente Bisagno;
  • Interventi sul rio Sciorba;
  • Realizzazione della galleria scolmatore;
  • Realizzazione della galleria di servizio;
  • Cantiere di sbocco;
  • Ripascimento degli arenili;
  • Ripristino ambientale e paesaggistico

Attività:

  • Scavo e demolizioni;
  • Scarichi idrici;
  • Jet grouting;
  • Movimento terra;
  • Realizzazioni opere civili;
  • Pavimentazioni superfici;
  • Realizzazione viabilità di accesso;
  • Trasporto materiali

Attività:

  • Scarichi Idrici;
  • Betonaggio;
  • Lavorazioni inerti;
  • Deposito smarino;
  • Trasporto materiali

Attività:

  • Limitazione deflusso;
  • Scavo e demolizioni;
  • Jet grouting;
  • Lavorazioni in alveo;
  • Realizzazione opere civili;
  • Passaggio mezzi di cantiere

Attività:

  • Deviazione alveo;
  • Realizzazione opere civili

Attività:

  • Scavo in tradizionale;
  • Realizzazioni opere civili

Attività:

  • Scavo in tradizionale;
  • Scavo con fresa;
  • Realizzazione opere civili

Attività:

  • Consolidamento volte Corso Italia;
  • Smontaggio TBM ed allontanamento dal cantiere;
  • Scavo in tradizionale

Attività:

  • Trasporto materiale via terra;
  • Trasporto materiale via mare;
  • Lavorazioni in battigia

Attività:

  • Trasporto materialI;
  • Piantumazione;
  • Realizzazione opere civili;
  • Viabilità

FASI DI ESERCIZIO

MODALITÀ DI ESERCIZIO DELL’OPERA DI PRESA IN CORSO DI PIENA

La traversa di regolazione è l’elemento che governa il funzionamento del nodo di presa: in funzione delle aperture assegnate alle paratoie è possibile modificare la ripartizione delle portate tra la quota derivata dallo scolmatore e quella rilasciata a valle. Il principio generale di funzionamento prevede il mantenimento di una posizione fissa di apertura delle tre paratoie, tale da garantire in caso di occorrenza dell’evento di piena con tempo di ritorno duecentennale la ripartizione di progetto della portata tra scolmatore (450 m3 /s) e alveo a valle (600 m3 /s). Poiché questo risultato può essere ottenuto con un’ampia varietà di possibili combinazioni, con l’ausilio del modello fisico impiegato durante la progettazione dell’opera, è stata studiata la seguente configurazione di apertura “ottimale” delle paratoie, assunta come riferimento per la gestione del nodo di presa:

Paratoia sinistra (Via Adamoli): 3,00 m

Paratoia centrale: 2,80 m

Paratoia destra (Via Emilia): 2,90 m

Con tale configurazione sono state condotte simulazioni con differenti portate in ingresso, così da descrivere al variare di quest’ultima la ripartizione delle portate tra scolmatore e alveo a valle, come riportato nella seguente tabella:

 

Q in ingresso

[m3/s]

Q derivata [m3/s]

Q alveo

[m3/s]

0,0

0,0

0,0

318,6

0,00

318,6

456,8

28,2

428,5

743,2

204,8

538,4

863,8

300,9

562,8

928,2

354,4

573,8

1050,0

600,0

450,0

1056,8

454,8

602,0

1150,0

635,0

515,0

 

L’avvio della derivazione avviene per una portata pari a circa 320 m3 /s, sostanzialmente pari a un evento con tempo di ritorno decennale. Per valori inferiori l’intera portata viene rilasciata nell’alveo a valle. Al crescere della portata in ingresso l’incremento di portata derivata è piuttosto rapido, essendo governato dallo sfioro libero sullo stramazzo, mentre la curva delle portate rilasciate a valle si “appiattisce” per effetto delle paratoie, che causano l’instaurarsi di un deflusso sotto battente.

La portata evacuata a valle si ripartisce tra le tre paratoie in maniera non omogenea a causa dei moti trasversali che si instaurano nell’alveo a monte della traversa a causa della derivazione laterale ad opera dello stramazzo di presa. In particolare si osserva un minor contributo di quella in destra, mentre le altre due si comportano in modo simile tra loro.

Il controllo della posizione delle paratoie è affidato al sistema di automazione basato su tecnologia PLC in grado di consentire:

– il comando manuale locale;

– il controllo manuale remoto delle paratoie;

– il controllo semiautomatico o automatico sulla base di specifici algoritmi implementati nel PLC.

Tale sistema riceve come input la posizione delle paratoie e i valori rilevati da una serie di sensori idrometrici posizionati nei seguenti punti del nodo di presa:

(1) nel tratto d’alveo compreso tra la sezione di valle dello sfioratore e lo sbarramento, in corrispondenza di entrambe le sponde;

(2) in prossimità della sezione terminale di valle del canale collettore a tergo dello sfioratore;

(3) in corrispondenza del ponte Ugo Gallo, a valle dello sbarramento;

(4) in corrispondenza della sezione iniziale della galleria scolmatrice.

I sensori (1) forniscono un riscontro dei livelli medi in alveo, così da poter segnalare eventuali riduzioni dei margini di sicurezza rispetto alle sponde; il sensore (2) consente invece di verificare il corretto funzionamento dell’imbocco della galleria scolmatrice, con riferimento a possibili fenomeni di rigurgito. I sensori (3) e (4) consentono invece, sulla base di specifiche scale di deflusso che saranno implementate nel PLC, di valutare la portata defluente rispettivamente nell’alveo a valle e nella galleria scolmatrice. La conoscenza di tale dato permette di poter eseguire manovre di regolazione delle paratoie qualora vi fosse la volontà di far funzionare lo scolmatore secondo modalità differenti rispetto a quelle di progetto (ad esempio inducendo – con chiusura delle paratoie – la derivazione di una maggior portata anche per eventi di entità minore rispetto a quello di progetto, ad esempio per necessità contingenti di maggiore limitazione delle portate in alveo a valle, come per la presenza di un cantiere).

Nel caso di funzionamento locale sarà possibile azionare singolarmente le paratoie tramite il quadro automazione dell’edifico di guardia o dai quadri di comando locali posti in prossimità delle paratoie o attraverso la postazione remota di telecontrollo. La selezione della modalità di comando manuale avverrà previo inserimento di specifica password operatore o mediante selettore a chiave meccanica. Poiché a seconda delle aperture combinate delle tre paratoie la portata smaltita da ciascuna di esse varia, in relazione ai moti trasversali che si osservano in alveo, non è significativo fornire una scala di deflusso delle paratoie (che correli livello a monte – grado di apertura – portata rilasciata); occorrerà fare riferimento ai valori di portata complessiva rilasciata e derivata e operare variazioni graduali, con movimentazioni a step di 20 cm di apertura e successivo riscontro delle variazioni prodotte, possibilmente mantenendo un’omogeneità di variazione delle aperture delle 3 paratoie a meno di necessità specifiche di maggiore chiusura o apertura di una di esse. Il funzionamento del nodo di presa potrà essere impostato anche in modalità automatica, consentendo la variazione del posizionamento delle paratoie in relazione ai dati forniti dai sensori, con possibilità quindi di aperture di emergenza in relazione al superamento di livelli idrici definiti come critici (ad esempio per ridurre la derivazione in caso di evento più gravoso di quello di progetto) o mantenimento di portate target in derivazione o in rilascio. Sarà inoltre disponibile un funzionamento semiautomatico nel quale il sistema PLC suggerirà il corretto posizionamento delle paratoie, lasciando all’operatore locale o remoto l’effettivo azionamento delle stesse in ragione di ulteriori valutazioni di opportunità legate al contesto.

È importante evidenziare come la gestione dell’opera di derivazione nel corso di eventi idrologici significativi non possa e non debba essere affidata al solo automatismo di controllo, ma debba essere presidiata da personale esperto formato ed addestrato a gestire nodi idraulici rilevanti in condizioni di emergenza. Pertanto, pur avendo previsto la possibilità di controllo automatico diretto delle paratoie da parte del PLC, rappresenta condizione di massima sicurezza l’impiego della modalità semiautomatica in cui il sistema suggerisce all’operatore le operazioni da eseguire sullo sbarramento, lasciando a quest’ultimo la valutazione finale di opportunità delle manovre stesse. L’automatismo potrà eventualmente essere mantenuto come elemento di maggior sicurezza per la risoluzione di criticità specifiche anche in assenza di presidio (ad esempio l’apertura automatica di due paratoie nel caso la terza presenti un’anomalia per la quale risulti bloccata in posizione chiusa). In generale le modalità operative, in variante rispetto alla configurazione fissa di progetto, potranno essere di tre tipi:

A. CONDIZIONE DI ESERCIZIO DI RIFERIMENTO PER GARANTIRE LA SICUREZZA IDRAULICA A VALLE. In questa modalità è garantita la limitazione della portata defluente a valle dello sbarramento a un valore limite target. In questa condizione di controllo l’automatismo suggerirà all’operatore le manovre (o agirà direttamente sul controllo paratoie) al fine di garantire un livello idrico massimo a valle dello sbarramento corrispondente ad uno specifico valore di portata massima. Nel corso dell’evento di piena, all’avvicinarsi della portata defluente a detto valore, il sistema suggerirà (o apporterà direttamente) le correzioni di apertura per il mantenimento della condizione di riferimento. In queste condizioni la portata sfiorata nello scolmatore sarà la differenza tra quella naturale in arrivo e quella massima rilasciata a valle;

B. In questa modalità è possibile impostare una portata limite target all’interno dello scolmatore. In questa condizione di controllo l’automatismo suggerirà all’operatore le manovre (o agirà direttamente sul controllo paratoie) al fine di garantire un livello idrico all’interno della galleria scolmatrice corrispondente ad uno specifico setpoint di portata. In queste condizioni la portata rilasciata a valle sarà la differenza tra quella naturale in arrivo e quella costante sfiorata nello scolmatore. Tale condizione di esercizio può risultare utile per esigenze specifiche di limitazione dei deflussi nella galleria, ma non garantisce la sicurezza idraulica a valle. Pertanto tale modalità potrà essere selezionata solo mediante inserimento di specifica password, attivando contestualmente i dispositivi di avviso necessari a comunicare con opportuno preavviso l’avvicinarsi di condizioni idrologiche che ne richiedano la disabilitazione.

B. Con condizioni meteorologiche stabili, limitati deflussi in alveo e per brevi periodi sarà altresì possibile aprire o chiudere completamente le tre paratoie al fine di consentire l’esecuzione di opere manutentive, rispettivamente all’interno della galleria scolmatrice o nel tratto d’alveo a valle dell’opera di presa, senza avere acqua fluente interferente con dette opere.

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IL RUOLO DELLA REGIONE LIGURIA

Con DPCM del 27 maggio 2014 è stata istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri la Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, Struttura che ha operato, di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nelle attività pianificatorie, istruttorie e di ripartizione delle risorse finanziarie finalizzate alla realizzazione degli interventi per la mitigazione del dissesto idrogeologico di cui alla Legge n. 164/2014.

Detta legge prevede, in particolare, che l'attuazione dei suddetti interventi sia assicurata dal Presidente della Regione, territorialmente competente, in qualità di Commissario di Governo contro il dissesto idrogeologico, con i compiti, le modalità, la contabilità speciale e i poteri di cui all'articolo 10 del D.L. 24 giugno 2014 n. 91, convertito, con modificazioni, dall’articolo 1, della L. 11 agosto 2014, n. 116.

Sempre ai sensi della L. 116/2014 è stata attribuita direttamente al Presidente del Consiglio dei Ministri la competenza a definire con proprio decreto i criteri, le modalità e l’entità delle risorse destinate al finanziamento degli interventi previsti, nonché ad individuare gli interventi ammessi a finanziamento in materia di mitigazione del rischio idrogeologico.

il CIPE, con Delibera n. 32/2015, ha quindi disposto la ricognizione, assegnazione e destinazione delle risorse finanziarie disponibili, per complessivi 600 milioni di euro, ad un piano stralcio di interventi, tempestivamente cantierabili, per fronteggiare le situazioni di criticità ambientale per rischio idrogeologico nelle aree metropolitane e nelle aree urbane con un alto livello di popolazione esposta al rischio.

Con successivo DPCM del 15 settembre 2015 recante “Piano stralcio per le aree metropolitane e le aree urbane con alto livello di popolazione esposta al rischio di alluvioni – individuazione dei criteri e delle modalità per stabilire le priorità di attribuzione delle risorse agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico” il Governo ha quindi attuato quanto previsto dalla Delibera CIPE n. 32/2015, consentendo in tal modo la successiva sottoscrizione in data 24 novembre 2015 di uno specifico “Accordo di programma tra Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, Regione Liguria e Città metropolitana di Genova per l'utilizzo delle risorse destinate al finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico individuati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 settembre 2015” interventi comprendenti, in particolare, la realizzazione dello “Scolmatore del torrente Bisagno in Comune di Genova”, oltre ad altre importanti opere di adeguamento idraulico interessanti il territorio del Comune di Genova (3° lotto delle opere di adeguamento funzionale del tratto terminale della copertura del t. Bisagno; opere di presa e deviazione dei rivi Noce e Rovare nello scolmatore del t. Fereggiano; by-pass del rio Noce).

Il Presidente della Giunta della Regione Liguria, Giovanni Toti, ricopre quindi, per quanto sopra illustrato, il ruolo di Commissario straordinario di Governo per l'attuazione dell’intervento in argomento.

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